In tutte quelle situazioni in cui la mandibola ha uno sviluppo insufficiente o si posiziona indietro rispetto alla sua posizione “naturale” si ha una malocclusione chiamata II classe scheletrica. Questi casi si caratterizzano spesso da un mento sfuggente con denti superiori sporgenti.
Le cause di una mandibola poco sviluppata
- Ereditarie: i fattori genetici determinano maggiormente la presenza di una mandibola “piccola”. Molto spesso, infatti, anche uno dei genitori ha una mandibola poco pronunciata.
- Funzionali: meglio definibili come abitudini viziate, sono tutte quelle posizioni posturali non corrette derivate da abitudini viziate come il succhiamento prolungato del pollice o del ciuccio, deglutizione infantile, respirazione orale. Queste condizioni, interferendo con la normale crescita della mandibola, possono portare al determinismo di una II classe scheletrica. Tali fattori hanno congiuntamente effetti anche sul corretto sviluppo del palato (palato stretto).
Una mandibola che cresce poco in presenza di un palato stretto avrà ancora meno possibilità di svilupparsi correttamente. Ecco perché il trattamento delle II classi prevede quasi sempre una prima fase di espansione del palato in modo da creare i presupposti per poter far avanzare e far crescere correttamente la mandibola.
Le terapie per intervenire
La terapia delle II classi scheletriche è in funzione dell’età del soggetto.
- Bambini: è meglio intervenire precocemente (6 – 8 anni) per sfruttare tutte le potenzialità legate alla crescita. La terapia prevede un trattamento ortodontico di tipo funzionale con l’utilizzo di specifici dispositivi mobili. Questi apparecchi (utilizzati h24) mantengono la mandibola in una posizione avanzata e ne stimolano il normale processo biologico di crescita ossea. Contribuiscono inoltre ad eliminare tutti i fattori funzionali che interferiscono con il corretto sviluppo mandibolare stimolando al massimo il suo potenziale di crescita.
- Adulto: Nell’adulto nella soluzione della problematica si devono prendere in considerazioni vari aspetti. Le strutture ossee dell’adulto sono infatti sostanzialmente stabili e quindi non possono essere stimolate verso una crescita correttiva.
Apparecchio per malocclusione di seconda classe
Nelle ipomandibolie lievi, senza una importante compromissione estetica (mento sfuggente, denti superiori eccessivamente sporgenti) l’obiettivo principale è finalizzato prevalentemente a creare una normocclusione. Una condizione cioè di occlusione stabile con una buona chiave dentale, riducendo il più possibile la discrepanza frontale tra i denti superiori e quelli inferiori (cosiddetto overjet).
Tale risultato può essere ottenuto con trattamenti ortodontici fissi, che spostano i denti verso una chiave migliore. Queste terapie ortodontiche possono essere anche abbastanza complesse. Producono una dislocazione funzionale (la mandibola si sposta in blocco in avanti) che può portare nel tempo a disturbi delle articolazioni temporo-mandibolari sottoforma di “scrocchio o scroscio” articolare.
Intervento maxillo facciale di seconda classe
Quando la malocclusione di II classe è importante e concomita una disarmonia pronunciata del terzo inferiore del viso (mento sfuggente) l’unica soluzione possibile per risolvere la problematica passa attraverso la chirurgia maxillo-facciale.
Il tipo di intervento chirurgico varia in base alla malformazione: si può spostare in avanti solo la mandibola, si può spostare anche il mascellare superiore, si può eseguire una contestuale mentoplastica. Alla chirurgia ortognatica possono seguire procedure secondarie di rifinitura come il lipofilling che corregge i problemi delle parti molli del volto.
Se hai problemi legati alla mandibola, vienici a trovare allo studio dentistico del Centro Medico AIRAM. I nostri medici ortodontisti e specialisti in chirurgia maxillo-facciale sapranno come aiutarti.